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Via Francigena della

SAMBUCA

Per secoli i pellegrini attraversarono l’Europa per raggiungere i grandi centri della cristianità, primi tra tutti Santiago di Compostela, Roma e Gerusalemme. La Via Francigena rappresentava una delle arterie viarie e di fede che attraversava il continente europeo, innestandosi sulla Città Eterna andava da sud a nord: da Roma infatti si poteva raggiungere la Francia, da qua il nome Francigena, ovvero “la strada originata dalla Francia”; oppure si poteva giungere ai porti pugliesi, dove i pellegrini si imbarcavano per la Terrasanta.

La via Francigena della Sambuca è una variante del percorso principale, che collegava Pistoia a Bologna,  lungo la cui strada si può scorgere ancora oggi l’antico fondo lastricato.

PUNTI DI INTERESSE

Da Pistoia verso l’Emilia

La chiesa è documentata già nel XII secolo, sottoposta all’epoca al monastero di San Bartolomeo. All’esterno si possono ancora ammirare le sue forme romaniche originali, mentre al suo interno l’impianto medievale è stato sottoposto a modifiche nel corso dei secoli, tuttavia lo si può ancora scorgere nella navata unica, nell’abside semicircolare e nel soffitto ligneo.

Il santuario venne edificato alla metà del Seicento, sul luogo in cui sorgeva un piccolo oratorio. L’importanza del sito si deve ad un’apparizione miracolosa della Vergine ad una pastorella, Maria, nel 1363. La Madre di Dio fece ritrovare alla ragazza la pecora che aveva smarrito, inoltre le indicò un luogo in cui era nascosta una sua antica immagine sotto la vegetazione. La sacra immagine si rivelò fin da subito miracolosa, restituì ad un cieco, che vi passò dinnanzi, la vista, questa secondo la tradizione è ancora conservata all’interno dell’edificio, anche se nei secoli ha subito ritocchi e modifiche. Il santuario custodisce al suo interno anche il sasso su cui si mostrò la Vergine.

Ancora oggi la devozione alla Madonna di Valdibrana è estremamente sentita, tant’è che il mese di maggio, mese mariano, è caratterizzato da celebrazioni religiose e pellegrinaggi in suo onore.

Lungo una piccola deviazione dalla via Francigena si trova la chiesa di San Lorenzo di Uzzo, un’antica località del pistoiese, documentata già nel XIII secolo, con una canonica ed un’annessa casa contadina.

San Lorenzo è stata ricostruita nel Settecento, recuperando probabilmente una parte delle strutture medievali, all’interno infatti si presenta con un’aula unica coperta da una volta a botte, che termina con una grande abside.

Il piccolo paese di Spedaletto, situato sulla sinistra del Limenta, deve il suo nome ad un “ospitale” che vi sorgeva nel medioevo, gestito dai monaci Agostiniani, questo accoglieva i pellegrini che percorrevano l’antica via Francigena.

La chiesa di San Bartolomeo, all’epoca con il nome di Sant’Antonino, faceva parte di quest’antico insediamento documentato già nel 1090, l’edificio venne tuttavia ricostruito nel XVIII secolo utilizzando i muri perimetrali dell’antica costruzione, ma venne invertito l’orientamento.

Il paese, caratterizzato dalle sue numerose frazioni, secondo la leggenda deve il suo nome al passaggio di un giovane viandante, che percorreva la Francigena, figlio di Romano, re di Scozia.

La chiesa venne fondata nel 1519 per uso proprio dei viandanti, all’epoca soggetta alla diocesi di Bologna, per poi passare sotto la diocesi pistoiese nel 1784. Oggigiorno la chiesa si presenta sotto vesti settecentesche.

La chiesa di Pavana è stata eretta alla metà del Seicento, tuttavia documenti ed oggetti di culto rivelano l’esistenza di un edificio ecclesiastico precedente, dalle decime appare infatti una chiesa dedicata a San Frediano già nel XIII secolo. Anche questa, come molte del territorio, passò dalla diocesi di Bologna a quella pistoiese nel 1784.

L’impianto della chiesa è settecentesco, tuttavia subì importanti rifacimenti nel XIX secolo.

La pieve di Sambuca svetta con il suo campanile dall’antico castello di Sambuca. Si ha notizie di una struttura religiosa, all’epoca ancora chiesa, a partire dal XIV secolo, verrà poi elevata a pieve nel 1785 per volere del vescovo Ricci.

Il suo nome, San Jacopo, rivela il passaggio della via verso Santiago di Compostela attraverso il paese di Sambuca. L’edificio ha subito nel corso dei secoli una serie di modifiche, a partire dalla fine del XVII secolo, inoltre custodisce pregevoli arredi sacri e pitture, tra quest’ultime una copia del Compianto sul Cristo morto di Guido Reni, attribuita al pittore pistoiese Pietro Marchesini (1962-1757).